That said, what does count as a word processor? Plain text editors have been around forever, but when WordStar came out in 1978, it popularized the concept of a word processor: an app that not only let you edit text but take control of how it would appear on the printed page. In this TidBITS reader survey, our goal is not to crown any particular app but to collect your opinions about those word processors you’ve used. Word processing apps are as old as the personal computer, but what counts as a “word processor” turns out to be almost as contentious as determining the “best” word processor. ![]() Vote for Your Favorite Mac Word Processor #1629: iOS 16.0.2, customizing the iOS 16 Lock Screen, iPhone wallet cases, meditate for free with Oak.#1630: Apple Books changes in iOS 16, simplified USB branding, recovering a lost Google Workspace account.#1631: iOS 16.0.3 and watchOS 9.0.2, roller coasters trigger Crash Detection, Medications in iOS 16, watchOS 9 Low Power Mode.#1632: Apple Card Savings accounts, SOS in the iPhone status bar, Tab Wrangler, Focus in iOS 16.#1633: macOS 13 Ventura and other OS updates, 10th-gen iPad, M2 iPad Pro, 3rd-gen Apple TV 4K, Apple services price hikes.Da una parte le discussioni su quella che alcune pubblicazioni hanno già definito new philology, neue Philologie, 'i nuovi orizzonti della filologia' 1, cioè la filologia che da Zumthor 1 I nuovi orizzonti della filologia, 1999 Gleßgen -Lebsnaft 1997 Fiormonte 2003 Mordenti 2002 Sabel -Bucher 2001 Ziolkowski 2001 Stolz 2003. ![]() Il punto di partenza che abbiamo pensato di scegliere per il dibattito è duplice. ![]() ![]() Ma voglio ringraziare anche gli enti che da tempo si occupano con altissima competenza di questi argomenti e che hanno stimolato e collaborato fattivamente allo sviluppo delle conoscenze in questo campo e alla realizzazione dei programmi di filologia digitale che si svolgono ad Arezzo: la Fondazione Franceschini, che da oltre 10 anni organizza riflessioni sui cambiamenti culturali introdotti nella medievistica dagli strumenti informatici il CISLAB di Arezzo, che con il laboratorio di spettrometria del manoscritto e di restauro del-la carta sta allargando verso il digitale il suo raggio di osservazione del codice, e il Centre for Computing in the Humanities del King's College di Londra, col quale stiamo sviluppando proficue collabo-razioni grazie al prezioso apporto di Arianna Ciula, addottorata ad Arezzo ma in attività presso questo prestigioso istituto. dibattito scientifico e insieme di una verifica didattica sulla Filologia digitale dei testi me-dievali, come abbiamo intitolato il progetto di ricerca nazionale che Arezzo porta avanti insieme a quattro università di Roma e Napoli e che ha sostenuto il convegno in misura determinante: e per questo voglio ringraziare qui i colleghi Mordenti, D'Angelo, Cuozzo e Ave-sani che hanno consentito la prosecuzione di questo programma. Poche volte come in quest'occasione abbiamo avuto la sensa-zione di una discussione scientifico-didattica che corrisponde quasi perfettamente al progetto iniziale, sia per la scelta dei relatori sia per l'articolazione degli argomenti che per l'allestimento delle strutture tecniche e il sostegno del personale specializzato indispensabili alla sua realizzazione.
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